Spesso mi chiedo se trovo più soddisfacente, per l'appagamento del mio (scarso) intelletto, leggere o scrivere.
Il quesito è meno banale di quanto possa apparire dato che sembrerebbe naturale rispondere che niente è più appagante di una buona lettura. Quando leggi puoi sognare, viaggiare, vivere avventure, conoscere cose nuove e meravigliose, ridere, piangere, odiare ed amare, insomma leggendo puoi fare tutto ciò che vuoi senza doverti muoverti da dove ti trovi, ti basta avere un buon libro in mano ed aprirgli il cuore e la mente.
Tutto verissimo ed innegabbile, però, per me, anche avventurami nella stesura di un racconto, di un pezzo teatrale o di una poesia, mi da sensazioni molto simili anche se non identiche.
La cosa strana è che quando scrivo qualcosa, spesso non ho un percorso ben preciso e stabilito da seguire. Le parole escono fuori dalla mia mano di getto, quasi in maniera autonoma e queste compongono una frase, queste una storia che, in precedenza, magari avevo immaginata in maniera diversa. Per cui, anche quando scrivo, provo le sensazioni della scoperta, dell'avventura di conoscenze nuove, di sorpresa.
Naturalmente non mi posso, ne mi vorrei mai, paragonare ai maestri della letteratura, agli autori dei best sellers, ai vari e famosi professionisti della scrittura non ne ho ne le capacità ne, tantomeno l'esperienza, ciò non toglie, comunque, che alla fine della mia creazione provi ugualmente un piacere profondo, non inferiore a quello di quando termino di leggere un buon libro.
Detto questo mi pare di aver trovato la risposta al quesito iniziale e questa non può che essere la seguente:
Amo leggere e scrivere allo stesso medesimo modo!
Naturalmente la mia speranza è quella di far provare anche ai miei lettori un minimo di emozioni.
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